LA BATTAGLIA DI KURSK
5 - 16 LUGLIO 1943
Domenica 24 giugno si è svolta, presso lo Sporting Club “Le Pinete di Marina di Massa, organizzata dall’A.L.A., la consueta giornata di gioco estivo con il regolamento Wings of Glory.
La giornata è stata caratterizzata da una notevole affluenza di ben 18 giocatori, dalla presenza dell'autore del regolamento Andrea Angiolino e dall’ARES GAMES che ha provveduto i modelli di aerei da sorteggiare tra i partecipanti.
In questa occasione, l'ARES ha presentato i proptotipi dei modelli per il nuovo gioco "Battlestar Galactica".
La battaglia di Kursk fu una delle battaglie decisive
della Seconda guerra mondiale e rappresentò il più grande scontro di carri armati della storia.
Nei primi mesi del 1943, dopo la tremenda disfatta di
Stalingrado e dopo la temporanea rivincita ottenuta dai tedeschi sul fronte di Kharkov, l’OKW, il Comando supremo tedesco, si trovò a dover scegliere se congelare sulla difensive il fronte sovietico per concentrarsi sul
Mediterraneo oppure riprendere l'iniziativa con grandi offensive stile Blitzkrieg dell'inizio dell'Operazione Barbarossa.
I generali di stato maggiore tedeschi di quello
scorcio della guerra ritenevano di essere in grado di distruggere le forze sovietiche in uno scontro campale decisivo, grazie alla innata superiorità tattica e strategica germanica. Non capirono che nella guerra totale che si
stava combattendo sul fronte russo, una battaglia di annientamento non significava nulla per il nemico, che disponeva di risorse materiali immense e che era disposto a metterle tutte in gioco. L’esercito sovietico
aveva imparato le durissime lezioni del ’41 e
del 42, e a Stalingrado aveva dimostrato di poter
combattere alla pari contro i tedeschi con forze ben addestrate, motivate e tatticamente ben disposte sul campo e con materiali se non superiori ai quelli tedeschi almeno di pari livello.
Hitler, che dopo la distruzione della 6° Armata di
Von Paulus, aveva praticamente perso ogni fiducia nei suoi generali, non voleva riprendere l’offensiva, ma per motivi politici si fece convincere ad emanare l’Ordine operativo n. 6 del 15 aprile 1943, che stabiliva di condurre una
forte offensiva per eliminare completamente il saliente di Kursk, in codice Operation Zitadelle.
I russi conobbero il piano d’attacco tedesco alla
fine di marzo (addirittura prima dell’emanazione dell’ordine), in base alle informazioni di una spia che operava nel comando supremo tedesco e dal governo inglese che confermò l’attacco in base alle decifrazioni di
Ultra.
Il comando supremo Sovietico decise saggiamente,
dietro consiglio di Zhukov, di attender l’attacco tedesco e contrattaccare dopo che questi si fossero indeboliti contro le difese russe.
L’attacco tedesco a Kursk fu rimandato di mese in
mese in attesa delle principali forniture di mezzi corazzati, ma alla fine di giugno il momento arrivò. Alle 4.30 del 5 luglio la 9° armata tedesca appoggiata da nugoli di Stukas e caccia bombardieri scatenò un uragano di fuoco che si
abbatté sulle linee sovietiche.
I russi risposero con una furia incrollabile e con
l’apertura del fronte meridionale i combattimenti raggiunsero una intensità
spaventosa.
A supporto delle enormi forze ammassate lungo il
saliente di Kursk i sovietici e i tedeschi schierarono migliaia di aerei, la maggior parte dei quali specializzati nell'attacco al suolo o comunque con la possibilità di equipaggiarsi con armi per l'appoggio tattico alla battaglia terrestre.
La Luftwaffe, per l'ultima volta, riuscì a concentrare una forza considerevole, pari ad oltre i due
terzi di tutti i velivoli sul fronte orientale, con la Luftflotte 4 a supporto del Gruppo Armate Sud e
la Luftflotte 6 per il Gruppo Armate Centro.
Forte complessivamente di 2.000 aerei, dei quali circa 640 da caccia. Lo squilibrio numerico in favore
dei Russi era in parte compensato dalla superiorità qualitativa tedesca I sovietici, che nei mesi precedenti avevano avuto modo di prepararsi sul terreno, schieravano una componente aerea altrettanto formidabile: alle tre armate aeree, 16a, 5a e 2a, ciascuna con 700 velivoli, si
aggiunsero gli aerei messi a disposizione dall'aviazione strategia e dalle unità della difesa aerea,
portando il totale complessivo a 2.600 aerei, con ben 900 cacciabombardieri IL-2 Shturmovik, micidiali
contro i carri armati.
Per infliggere danni alle truppe sul terreno i due contendenti equipaggiano i loro velivoli con armi
devastanti:
Gli JU 57 e gli HE129 tedeschi montarono in pod subalari il potente cannone da 37mm BK37 con proiettili
al tungsteno; i russi invece con i cannoni VYa da 23 mm montati sullo Sturmovik IL2 privilegiarono al
calibro la velocità del proiettile: uscendo a 1000 m/secondo i proiettili di questo cannone erano
letali per quasi tutti i corazzati.
Anche le bombe a carica cava fecero la loro devastante esibizione in questa battaglia,
i russi
montavano pod
da 250 PTAB 2,5 mentre i tedeschi , soprattutto sui FW190F caricavano le equivalenti SD4 HL o le
antipersonale SD2 Teufelseier, conosciute anche come Butterfly bombs o devil's eggs.
Infine i sovietici avevano anche l'opzione di lanciare dagli Sturmovik una salva di razzi 4 RBS-82 da
82 mm.
Gli aerei impiegati nella battaglia di Kursk
Il wargame
La campagna è stata vinta dai tedeschi e se le cose nella realtà, fossero andate come nel nostro wargame, oggi sui libri di storia si leggerebbe:
All'alba del 5 luglio scattava dai due lati del fronte tra Orel-Kursk-Charkov l'offensiva tedesca.
Dopo i bombardamenti preparatori si
alzavano in volo nugoli di aerei per attaccare le formazioni contrapposte; sul fronte di centro i gruppi aerei di Von Kluge attaccano efficacemente le difese russe e distruggono le postazioni AA
di Ponyri, mentre sul fronte sud Von Mainstein trova una feroce resistenza delle Divisioni della Guardia, ma la sua aviazione fa pagare un pesante tributo ai piloti russi.
Finite le missioni aeree lo scontro rimane solo terrestre al centro le difese russe si sbandano ed arretrano verso sud di svariati chilometri, mentre a sud la Guardia si sacrifica, ma non
riesce a contenere le divisioni corazzate tedesche dovendo anch'essa arretrare verso nord. Tre giorni dopo i contendenti si ritrovano schierati su fronti più vicini tra di loro ma molto più
muniti; sono in linea sia al Centro che a Sud le divisioni corazzate più fresche disponibili per i comandanti.
Anche lo scontro aereo sale d'intensità con la perdita da ambo
le parti di oltre 200 velivoli ed ingenti danni alle truppe a terra, ma anche questa volta il fronte di Centro cede di fronte all'impeto tedesco, mentre a sud le truppe scelte corazzate
stabilizzano il fronte fermando i Tigre.
La situazione è grave con le armate del fronte di Centro schierate a ridosso della città di Kursk, perno del fronte, mentre da sud,
causa la forte pressione, non si riescono a distogliere forze.
Dopo due giorni, per non dare occasione ai sovietici di inviare rinforzi consistenti, Von Kluge radunate tutte
le sue forze attacca le truppe attorno a Kursk.
Lo scontro aereo è violento, i tedeschi perdono due Gruppe di bombardieri pesanti mentre gli aerei d'attacco martellano le
truppe a terra, l'esito della battaglia è incerto fino alla fine, ma i soldati russi, spossati da cinque giorni di continui combattimenti e attacchi dal cielo, cedono di schianto. Nelle ore
successive, per non rimanere chiusi nella sacca decine di divisioni sovietiche defluiscono verso est coperti dal sacrificio delle Divsioni di Fucilieri della Guardia.
Nello
scontro i tedeschi perdono 120 caccia e oltre 200 tra stuka e bombardieri e lasciano sul terreno oltre 25.000 tra morti, feriti e dispersi.
I russi perdono 80 caccia e 200 tra Il- , Pe 2 e Boston, ma hanno oltre 70.000 tra morti, feriti e dispersi.
Stalin fece pagare al generale Zukov la
sconfitta e lo sostituì con il generale Vatutin, mentre Hitler consolidò il fronte facendo affluire in Ucraina truppe fresche.
Per svariati mesi i sovietici non presero più
grosse iniziative sollecitando sempre più con forza l'apertura del secondo fronte europeo.
Giovanni, l'ideatore dello scenario, intento nei complessi calcoli per determinare il vincitore della campagna.