"BUNKER MUSEUM" DI DOBBIACO (BZ)
Se vi trovate in vacanza sulle Dolomiti, vi consigliamo di visitare il “Bunker Museum” a Dobbiaco (BZ).
Si tratta di un museo appena aperto, su iniziativa di un giovane storico di San Candido.
Il bunker in questione è un’opera che faceva parte dello sbarramento difensivo ideato negli anni ’30 per proteggere l’ampia valle Pusteria da un’invasione proveniente dall’Austria. Tali opere costruite lungo tutta frontiera, furono denominate “Vallo Alpino del Littorio”. Successivamente l’annessione dell’Austria alla Germania, la costituzione dell’alleanza tra Roma e Berlino e lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, portarono prima ad un rallentamento e successivamente alla sospensione dei lavori. Dopo la guerra, con l’entrata dell’Italia nella NATO e lo scoppio della “Guerra Fredda”, si provvide ad ultimare, restaurare e riarmare molte delle vecchie postazioni in funzione di contrasto di un’invasione da parte delle truppe del Patto Varsavia, che avrebbero rapidamente attraversato la neutrale Austria.
In particolare, questo bunker fu riattivato con il nome in codice “Emma” e, insieme ad altri nove bunker, faceva parte dello sbarramento di Dobbiaco.
Il “Vallo Alpino” cessò definitivamente la sua funzione con il crollo del muro di Berlino e la fine della “Guerra Fredda”. Dal 1992 le opere furono dismesse e passate in proprietà alla Provincia di Bolzano, con diritto di prelazione ai proprietari i cui terreni erano stati espropriati negli anni ’30 per la costruzione delle stesse.
In particolare il bunker che costituiva l’Opera n° 1 fu riacquistato dai proprietari del maso a cui apparteneva il terreno e venne usato come deposito per le patate.
Curti Covi, giovane laureato in storia, ha convinto i proprietari che del bunker se ne poteva fare un uso migliore che non come deposito e fortunatamente, loro hanno acconsentito. Il bunker è stato pertanto ripulito, messo in sicurezza e approntato per le visite da parte del pubblico con il lavoro del solo Curti, che si occupa anche della gestione.
Al momento sono presenti solo pochi accessori rimasti nelle camere di combattimento (l’armamento prevedeva due cannoni anticarro e una mitragliatrice, oltre che una cupola osservatorio) e nella stanza del centralino, ma Covi conta di poter ripristinare almeno parte degli arredi ed in futuro magari anche l’armamento, se non con pezzi d’epoca disattivati, almeno con repliche.
Nei locali che ospitavano le camerate, sono montati dei pannelli che illustrano la storia dell’Alto Adige e del bunker.
Il bunker poteva ospitare una guarnigione di 30 uomini tra ufficiali, sottufficiali e soldati, che tuttavia non occupavano stabilmente l’opera.
Un curioso particolare costruttivo è la totale assenza di porte nei vari locali interni compresi i gabinetti, con la sola eccezione delle porte blindate in ferro. Questo è dovuto al fatto che, nel dopoguerra, le opere furono costruite a risparmio, in quanto non erano destinate a fermare l’avanzata del nemico, ma solo a rallentarla (un giorno era già ritenuto un risultato più che accettabile), non valeva la pena quindi di realizzare nulla di più che lo strettamente necessario.
Da notare l’accurata opera di mimetizzazione nel terreno circostante di queste opere.
Il museo è facilmente raggiungibile prendendo la Strada Statale 49 da Dobbiaco in direzione di San Candido, dopo pochi chilometri si trova una strada laterale con appositi cartelli indicatori.
In una nazione che dimostra di avere poco o nessun rispetto o interesse per la propria storia, si tratta di un’iniziativa
lodevole che merita tutto il sostegno possibile.
Tutte le informazioni sul museo, gli orari e come raggiungerlo si trovano su: http://www.bunkermuseum.net
If you are on vacation in the Dolomites, you should visit the "Bunker Museum" in Dobbiaco (BZ).
It is a newly opened museum, on the initiative of a young man of the place.
The bunker in question is a work that was part of the defensive barrier designed in the '30s to protect the wide Pusteria Valley from an invasion from Austria. These works built along the border, were called "Littorio’s Alpine Wall". Subsequently, the annexation of Austria to Germany, the alliance formation between Rome and Berlin and the outbreak of World War II, led to a slowdown before and after to the suspension of work. After the war, with Italy's entry into NATO and the bursting of the "Cold War”, many old bunkers was completed and reset in contrast function of an invasion by the Warsaw Pact troops by the neutral Austria.
In particular, this bunker was activated with code name "Emma" and, along with nine other bunkers, was part of the Dobbiaco barrier.
The "Vallo Alpino" permanently ceased its function with the collapse of Soviet Union and the end of the "Cold War". Since 1992 the works were abandoned and pass the property to the Province of Bolzano, with the right of first refusal to the owners whose land had been expropriated in the 30s for the construction of the same.
In particular the bunker which was the Opera No. 1 was reacquired by the owners
of the farm to which he belonged the ground and was used as storage for potatoes.
Curti Covi, young graduate in history, convinced the owners of the bunker that they could make better use than as storage and luckily, they agreed. The bunker was therefore cleaned up, made safe
and prepared for visits by the public with the work of only Curti, which also deals with the management.
There are currently only a few accessories remained in combat rooms (the
armament included two anti-tank guns and a machine gun as well a domed observatory) and in the switchboard room, but Covi expects to recover at least part of the furniture and in the future maybe
also the original armament, or at least replicas.
In the dormitories are mounted panels illustrating the history of South Tyrol and of the bunker.
Note the careful work of camouflage in the surrounding soil of these works.
The museum is easily reached by taking State Road 49 from Dobbiaco in the direction of San Candido, after a few kilometers there is a side road with appropriate signs.
In a nation that proves to have little or no respect or interest in their own history, it is a praiseworthy initiative that deserves all possible support.
All information about the museum, times, and how to achieve it, are on: http://www.bunkermuseum.net